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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Foreste tropicali a rischio. Google Earth ci aiuta a vedere dall'alto la verità.

Qualche numero: le foreste pluviali tropicali occupano il 6% circa della superficie totale delle terre emerse, ospitando ben il 50% di tutte le specie esistenti. Oggi la deforestazione procede ad un ritmo velocissimo: entro una cinquantina d'anni queste aree potrebbero non esistere più, se non si prenderanno provvedimenti a riguardo. Ma come avviene in realtà la deforestazione? Vediamo cosa succede in Brasile. La foresta viene assegnata a piccoli coloni che provvedono ad incendiarla per poterla coltivare; le coltivazioni possono protrarsi per 2, massimo 3 anni. A causa della concomitanza di importanti fattori (limitato spessore del suolo tropicale, abbondanti piogge e forte evaporazione), il suolo perde completamente l'humus, e quindi la sua fertilità, diventando totalmente improduttivo. Queste aree impoverite vanno quindi nelle mani degli allevatori di bestiame, che sfruttano quel poco che è rimasto. Il punto di arrivo sono le grandi industrie minerarie, che costruisc

PM10 e PM2.5: perchè fanno male?

Molto brevemente, il particolato atmosferico, ben noto con il nome "PM" (Particulate Matter), è un insieme estremamente eterogeneo di particelle. La classificazione prevede la suddivisione in 3 classi a seconda del diametro delle singole particelle: - coarse : tra 2.5 e 10 µm, è la porzione più grossolana (quella nota con il nome "PM10"). - fine : tra 0.1 e 2.5 µm, di dimensioni intermedie (il meno famoso "PM2.5"). - ultrafine : diametro delle particelle minore di 0.1 µm, di dimensioni estremamente ridotte. Quello che non tutti sanno è che non è il PM10 quello più pericoloso, ma il PM2.5!! Le particelle più grosse, infatti, vengono intrappolate nella prima parte dell'apparato respiratorio (nel naso, nella trachea, nei bronchi), mentre quelle effettivamente respirabili, cioè quelle che arrivano negli alveoli, sono quelle più fini. E' qui che svolgono la loro azione tossica, è qui che avvengono gli scambi di ossigeno e anidride carbonica. Ma qual