tag:blogger.com,1999:blog-67253314787996007032024-03-26T21:45:29.117+01:00notiziambienteAttualità, nuove tecnologie e iniziative vicine al mondo green.Unknownnoreply@blogger.comBlogger34125tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-50130260987238307782024-03-26T16:03:00.000+01:002024-03-26T16:03:18.875+01:00Idrogeno green e idrogeno grigio: tecnologia verde?Spesso si sente parlare di <b>idrogeno</b> e si ripongono molte speranze in questa presunta <b>tecnologia verde</b> e, come va di moda chiamarla oggi, <b>sostenibile</b>. <div><br /></div><div>In linea di massima è vero, infatti il prodotto della combustione dell'idrogeno è il <b>vapore acqueo</b> che non comporta <b>impatti ambientali</b> importanti come avviene in altre modalità di produzione di energia. E' di fatto <b>energia pulita</b>. </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwRksbfPVWNnOt1yDe4uTgvAjygoTRAtUxIb9fFox6EsXZqfmqog4ppNmK0OuF-RDZ9JRwqFpKOS4-ALhTTAOqKL8000lysHkZO9T66AK344hleyaEcL3Gqtuiqmjf1oQ36jUIU_uOZXbOUzKSuQk14HLD6uwveD7lvSinu36qN_ur89-ojdZJBjadPmua/s4624/Predil.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Lago del Predil, Slovenia" border="0" data-original-height="3468" data-original-width="4624" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwRksbfPVWNnOt1yDe4uTgvAjygoTRAtUxIb9fFox6EsXZqfmqog4ppNmK0OuF-RDZ9JRwqFpKOS4-ALhTTAOqKL8000lysHkZO9T66AK344hleyaEcL3Gqtuiqmjf1oQ36jUIU_uOZXbOUzKSuQk14HLD6uwveD7lvSinu36qN_ur89-ojdZJBjadPmua/w320-h240/Predil.jpg" title="Lago del Predil, Slovenia" width="320" /></a></div><br /><div>Ma il nodo cruciale è il seguente: <b>da dove arriva l'idrogeno</b> da utilizzare nelle varie applicazioni sia del mondo mobile che del mondo industriale? La risposta è una reazione che si chiama <b>elettrolisi</b>: viene scissa la molecola di acqua (H<span style="font-size: xx-small;">2</span>O) nelle molecole "base" di cui è composta: idrogeno (H) e ossigeno (O). Tralasciamo in questo contesto la spiegazione della reazione chimica, che può essere trovata in altri contesti più esaustivi di questo.</div><div><br /></div><div>Esistono due tipi di idrogeno, che si differenziano soltanto per la loro provenienza, non per la loro formula chimica: </div><div>- <b>idrogeno green</b>, o <b>idrogeno verde</b>: prodotto da risorse sostenibili, rinnovabili</div><div>- <b>idrogeno grigio</b>:<b> </b>prodotto da risorse fossili, non rinnovabili </div><div><br /></div><div>Già si intuisce che l'<b>idrogeno green</b> rappresenta la vera sfida interessante perchè l'idrogeno verrebbe prodotto utilizzando <b>energia eolica</b> o <b>energia solare</b>.</div><div>Se per produrre <b>idrogeno green</b> si devono bruciare un numero smisurato di tonnellate di carbone, o aprire centrali nucleari, sì avrà sicuramente la produzione di idrogeno desiderata, ma nel conto finale bisognerà calcolare anche costi ambientali importanti e più impattanti di quelli che si avrebbero con la versione green.</div><div><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-8269022260841620972016-09-14T21:49:00.000+02:002018-09-29T00:32:35.852+02:00Wireless sensor network per il monitoraggio ambientale<div style="text-align: justify;">
Tempo fa studiando metodi di <b>monitoraggio ambientale</b> e in particolare l'individuazione precoce di <b>incendi boschivi</b> ho trovato un'azienda che si occupa di sensori miniaturizzati in grado di misurare praticamente qualsiasi cosa. E ho scoperto che le aziende che si occupano di questo tema sono tante, affiancate dai più prestigiosi centri di ricerca e università.</div>
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I parametri principali da controllare per cercare di prevedere il divampare di un incendio sono pochi: umidità dell'aria, umidità del combustibile, temperatura e vento. Esistono parecchi studi nella letteratura scientifica che cercano di modellizzare lo sviluppo dell'<b>incendio</b>. Distribuendo i sensori su un'area studio sufficientemente grande è possibile misurare questi parametri in modo continuo nel tempo e quindi trovare le aree in cui la probabilità dell'accadere di un evento è maggiore.</div>
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Immaginiamo una griglia in cui in ogni nodo possiamo disporre di dati misurati in continuo: opportuni <b>modelli matematici </b>permettono di trarre conclusioni utili a partire da questi dati.</div>
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L'uso di <b>wireless sensor network</b> (reti di sensori wireless) ha un grande campo di applicazione: si pensi alla possibilità di distribuire questi piccoli sensori per monitorare livelli di <b>radiazioni</b>, concentrazione di <b>gas inquinanti</b> nell'atmosfera o nel suolo, controllare <b>emissioni </b>industriali o di discariche, monitorare il livello di umidità del suolo per pianificare <b>irrigazioni intelligenti</b>, controllare l'<b>attività sismica</b> in zone a rischio (ad esempio vicine ai vulcani)... insomma tutte applicazioni dove la misura puntuale dei parametri è poco utile, ma se raccolta in decine o centinaia di punti può invece essere alquanto interessante.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtpZK_y2FVyaZbgF7qu_FG1PSEmsBsl1ur3rHSYJzFL9SpB042oLIyStTb2etiAClKBNWGgX_s3nq1qX86o1JZb3psOhP4qWgg2mAGJgz_FvXeIBKnWpsQnn6NhCN3PjGpQKH3OwSD60yW/s1600/wireless+network+sensor+volcano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="377" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtpZK_y2FVyaZbgF7qu_FG1PSEmsBsl1ur3rHSYJzFL9SpB042oLIyStTb2etiAClKBNWGgX_s3nq1qX86o1JZb3psOhP4qWgg2mAGJgz_FvXeIBKnWpsQnn6NhCN3PjGpQKH3OwSD60yW/s640/wireless+network+sensor+volcano.jpg" width="640" /></a></div>
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<span style="font-size: xx-small;">Fonte immagine: http://www.snm.ethz.ch/snmwiki/pub/uploads/Projects/reventador-design-med.jpg</span></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-58547246390385413452016-09-10T00:52:00.002+02:002018-09-29T00:31:37.755+02:00Cosa fanno i gatti di notte: percorsi tracciati con il GPSI gatti stanno fuori casa per ore costringendo i padroni ad estenuanti attese e ricerche...ma alla fine spesso si trovano a soli 50 metri da casa, intenti a tracciare il confine dei loro territori, a cacciare uccellini o a farsi coccolare da qualche vicino. In Inghilterra hanno voluto cercare di rispondere alla domanda "<b>cosa fanno i gatti di notte</b>?" ma soprattutto "<b>dove vanno i gatti di notte</b>?".<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUhPx1ZKJQz_iVzd2eHa9huKloclN6Sv451B53dz0QySmpDkTKUZJvhaQLjM9mLORgaTsWeWSeMVdqBHoPWpEerjmXBle2AovJMuNDhncFX37MVeOt7uB7YM94cHaBd2LPsFvEol-tREMu/s1600/gatti+notte.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUhPx1ZKJQz_iVzd2eHa9huKloclN6Sv451B53dz0QySmpDkTKUZJvhaQLjM9mLORgaTsWeWSeMVdqBHoPWpEerjmXBle2AovJMuNDhncFX37MVeOt7uB7YM94cHaBd2LPsFvEol-tREMu/s640/gatti+notte.png" width="640" /></a></div>
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Alcuni gatti sono stati muniti di <b>GPS</b> e il loro girovagare è stato riportato su mappe come quella dell'immagine qui sopra. I gatti che vivono più a lungo in un luogo sono quelli che si spingono più lontano, mentre quelli che ancora si stanno ambientando tendono ad esplorare zone più circoscritte.</div>
<span id="goog_1100098502"></span><span id="goog_1100098503"></span><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-31263081245805995102016-09-02T00:12:00.001+02:002016-09-09T00:05:18.915+02:00Ulivo di bronzo del Mercato del Duomo Autogrill<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVjVpi1h12sC-Gay56cioGO5lHAf642QYVqHATzxHjVzfupyzhjO4EL2Id8NGP713i4JKwFbw_VzMa_khYtB93rORfSqv99ODIAKf8nC_pfiUrqyVpMQxztX2kr5TPfcC4_XIHq3S-R9hl/s1600/20160828_182507.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVjVpi1h12sC-Gay56cioGO5lHAf642QYVqHATzxHjVzfupyzhjO4EL2Id8NGP713i4JKwFbw_VzMa_khYtB93rORfSqv99ODIAKf8nC_pfiUrqyVpMQxztX2kr5TPfcC4_XIHq3S-R9hl/s640/20160828_182507.jpg" /></a>Molto originale l'opera dell'artista <b>Adam Lowe</b> esposta in pieno centro a Milano. È appesa all'interno del <b>Mercato del Duomo</b> negli spazi Autogrill. Ma che cos'è? È un ulivo di circa 400 anni che l'artista ha ricoperto di bronzo. Pare che l'albero sia stato eradicato per la costruzione di una strada, e che sia stato recuperato per cercare di salvarne in qualche modo la bellezza. Molto impressionante vedere che gli alberi si sviluppano in profondità quanto in altezza...sono dei giganti a metà per come li vediamo noi terrestri.</div>
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Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-87300430472230864402016-08-29T23:49:00.001+02:002018-09-29T00:29:20.652+02:00Il bosco verticale in Porta Garibaldi sia fonte di ispirazione!<div dir="ltr">
Quante volte ci siamo trovati davanti al famoso <b>bosco verticale</b> a Milano in <b>zona Porta Garibaldi</b>.. per curiosità o semplicemente perché eravamo di passaggio. L'effetto è sicuramente quello di attirare lo sguardo dei passanti che vengono richiamati dal raro verde che ricopre i balconi delle residenze. Ed ecco che si torna a casa un po' ispirati magari, quanto basta per passare in un vivaio e comprare lo stretto necessario per piantare il proprio basilico o i propri pomodorini sul balcone - o qualsiasi cosa vi piaccia - per vedere crescere qualcosa fatto da noi. Sai la soddisfazione. Adesso che il cibo a <b>chilometro zero</b> è ubiquitario e condito in tutte le salse.<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9RC68nesNLSwNZg_5XTmqkyrt9nbIgRXP0albB7zo1iPLj_fXPJdx9fXPegn4ah4KpmHfzTFXwBs1uxXXu_NVktwXi8_oZlAkw5_AoHPuNN95SzDbggUlrWHcukmQDZjzqS3lHiLfiMzX/s1600/20160828_173231.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"> <img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9RC68nesNLSwNZg_5XTmqkyrt9nbIgRXP0albB7zo1iPLj_fXPJdx9fXPegn4ah4KpmHfzTFXwBs1uxXXu_NVktwXi8_oZlAkw5_AoHPuNN95SzDbggUlrWHcukmQDZjzqS3lHiLfiMzX/s640/20160828_173231.jpg" /> </a> </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX-GaJepDU-PoR2_t_WKpt-yzBWUkulYf0QxicUh3X8oksN-tXUCDMB_Wc-Xwt4k0k_rOUAp6hY2q8x0CTSHDRCBeG8-tuHDn6ESx3rMbCfOLt3391-iXM5Iu0clQafMGevIkzQv5YmI7i/s1600/20160828_173058.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"> <img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX-GaJepDU-PoR2_t_WKpt-yzBWUkulYf0QxicUh3X8oksN-tXUCDMB_Wc-Xwt4k0k_rOUAp6hY2q8x0CTSHDRCBeG8-tuHDn6ESx3rMbCfOLt3391-iXM5Iu0clQafMGevIkzQv5YmI7i/s640/20160828_173058.jpg" /> </a> </div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-90284193175179324402016-08-26T22:24:00.001+02:002018-09-29T00:27:53.927+02:00Mercato Agricolo a Milano: a settembre ritorna a Porta GenovaQuello che l'anno scorso si chiamava <b>Mercato Metropolitano</b> sta tornando con una veste nuova. La posizione è sempre la stessa, una vasta area vicino alla stazione in zona Porta Genova, Milano. Lo scorso anno tutto ciò che ruotava intorno all'alimentazione e quindi ad EXPO era assolutamente di moda.. ma anche quest'anno la tendenza pare essere confermata. Il nuovo nome dell'evento è <b>Mercato Agricolo,</b> che sembra dare più enfasi allo scopo dell'inziativa, ossia cercare di riavvicinarci ad una dimensione più rurale nonostante viviamo in città ricoperte di cemento.<br />
Mi piace riportare queste iniziative, anche se con l'ambiente in senso stretto hanno ben poco a che fare. Eventi del genere contribuiscono a <b>riqualificare zone urbane</b> vicino all'abbandono e al degrado sebbene si trovino a due passi dal fulcro della movida milanese.<br />
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Ben vengano eventi a cui possono partecipare tutti, gruppi di amici, famiglie, persone singole di passaggio, coppie, etc. L'ambiente sembra un po' artificiale, un po' costruito.. ma ricordiamoci che ci troviamo nel bel mezzo della città e mi stupirei parecchio se non ci fosse questa atmosfera di "non autenticità". Atmosfera che riesce comunque a conquistare anche i più scettici.. nell'area vengono infatti predisposte aree con piante in vaso (pensate, piante vere!) che normalmente si troverebbero solo in un <b>orto</b>. Un vero e proprio invito a mettersi a fare un bell'<b>orto metropolitano</b> insomma: prima o poi troveremo gente che si mette a coltivare i pomodori in mezzo alle rotonde?<br />
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I tavoli e le sedie sono fatti da bancali e sacchi di sementi.. un po' scomodi se avete mal di schiena, ma che danno un effetto originale. Non preoccupatevi, potete anche sedervi a tavoli normali con sedie normali!<br />
La varietà delle possibilità di scelta in materia di cibo sono davvero tante e all'insegna dello <b>street food </b>che ormai è una vera moda. Troviamo furgoncini che vendono di tutto: panini, hamburger, specialità regionali (non solo lombarde), cibo orientale, cocktail, dolci... e troviamo anche una zona di ristoro "sotto un tetto", che propone ulteriori specialità gastronomiche. Quello che ho descritto era presente lo scorso anno, ma pare che anche in questa edizione l'offerta sarà simile. Per ora l'evento pare garantito da settembre a dicembre 2016, poi si vedrà.<br />
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Bene, avanti con questi eventi particolari in cui personalmente non vedo soltanto una macchina per fare soldi. Certo, il profitto fa parte della benzina che spesso muove le iniziative. Ma ripeto, se questi sono i modi che funzionano per mantenere vivi pezzetti di città ormai in crisi e semi-dimenticati ben vengano, a buon rendere.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-55238504889868888942016-08-26T00:34:00.008+02:002018-09-29T00:26:29.353+02:00DBTR - Database Topografico Regionale - il portale cartografico della LombardiaChi si occupa di territorio sa bene quanto sia difficile reperire dati territoriali completi, accurati e soprattutto aggiornati. Ho avuto a che fare per molto tempo con tematiche di monitoraggio ambientale e mi è capitato spesso di cercare dati presso uffici comunali e in rete, con risultati spesso non del tutto soddisfacenti. Il sistema di dati territoriali italiani, ahimè, necessita di una radicale revisione e di un approccio votato alla condivisione del dato spaziale per un uso proficuo dei SIT (Sistemi Informativi Territoriali), noti anche come GIS (G<i>eographic Information Systems</i>) in ambiente internazionale.<br />
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Mi è piaciuto il risultato raggiunto dalla <b>Regione Lombardia</b>, che con il suo <b><a href="http://www.geoportale.regione.lombardia.it/" target="_blank">Portale Cartografico</a></b> ha reso disponibili una grande quantità di dati relativi ai più svariati canali tematici tra cui agricoltura, risorse idriche, foreste, parchi, aree protette, difesa del suolo. Il tutto è contenuto nel Database Topografico Regionale, il cui acronimo è "DBTR".<br />
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Esiste la possibilità di visualizzare e scaricare sul proprio pc sia dati in formato raster (ortofoto) che dati in formato vettoriale (moltissimi dati riconducibili a informazioni rappresentabili sottoforma di punti, linee o poligoni). I dati presenti provengono da molte fonti; il portale rappresenta un buon tentativo di raggruppare le informazioni esistenti rendendole accessibili ai cittadini e a chi si occupa della <b>pianificazione territoriale</b>. I dati sono disponibili in diversi sistemi di coordinate geografiche e in diversi formati ben noti nel mondo dei sistemi informativi (shapefile).<br />
Personalmente ho avuto modo di utilizzare anche i dati relativi al catasto, tuttora in continuo aggiornamento, in modo da ricoprire gradualmente l'intero territorio regionale.<br />
In tempi recenti il sito del portale riporta anche un corso online interattivo per facilitare l'utilizzo del portale: riporto qui sotto il banner con il link.<br />
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<a href="http://www.cartografia.regione.lombardia.it/corso-dbt/" target="_blank"><img border="0" height="55" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9Hh4UQNWW2urYaPhYHzU4nJ1Zdwln94pnO0MpgRZ164oeTJX0J0lVtgjohOvXx2KyCDR8xBGz1N-vcsI7rvN55onvEznr44RINGyKNsBkyPMSJTBH5tu-uT481Pj1fqvUnxRT9XhAncXF/s320/BANNER+CORSO+DBT+2.png" width="320" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-47618174617765625922016-08-25T01:23:00.002+02:002018-09-29T00:25:42.384+02:00Pagati per riciclare la plastica<div style="text-align: justify;">
Da molto tempo esiste un ottimo metodo per invogliare le persone a <b>riciclare</b> i propri rifiuti. Lo sapevate che se siete in Danimarca e decidete di riciclare la bottiglietta di plastica che avete in mano vi vengono restituiti dei soldi? Sì, le bottiglie vengono raccolte in appositi bidoni che restituiscono qualche centesimo, una sorta di cauzione che si paga all'acquisto di tutte le bottiglie di plastica. Se decidete di non essere ecologici dite addio ai vostri centesimi, dunque.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche in Germania si sono organizzati con un meccanismo simile.</div>
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Sono piccoli gesti che sembrano inutili, ma perchè non ci proviamo anche qui in Italia?</div>
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Iniziamo con dei "progetti pilota"... o chiamiamoli con qualsiasi altro nome che permetta un buon marketing, l'importante è che possa attirare l'attenzione e la consapevolezza dei consumatori... senza trasformarsi nei soliti progetti che richiedono enormi investimenti e che si rivelano essere un guadagno per i soliti "pochi".</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-75358155876433798122015-08-29T15:22:00.000+02:002016-08-26T22:27:07.548+02:00Cosa fanno le Regioni contro l'amianto?<div style="text-align: justify;">
L'amianto, conosciuto anche come prodotto commerciale "<b>Eternit</b>", è ancora oggi presente in gran numero di edifici in Italia e nel mondo. </div>
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La fibra di amianto è stata impiegata intorno agli anni 70 per realizzare moltissimi prodotti: condotte isolanti, vernici, cemento, lastre di copertura per tetti, tessuti. Ad oggi non esistono dati certi che ne attestino la quantità realmente presente, nonostante siano stati effettuati censimenti a livello locale. Come quantificare i materiali isolanti e le tubature presenti in tutte le case degli italiani?</div>
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Il materiale, carcinogeno e ora bandito dal commercio in Italia, continua ad essere pericoloso perchè presente in modo ubiquitario. A livello di varie Regioni italiane sono state realizzate mappature dei tetti esistenti grazie a rilievi in loco e/o rilievi aerei da <b>telerilevamento</b>, ma il lavoro da fare è ancora tanto.</div>
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Questa è la situazione esistente in alcune Regioni a proposito della mappatura delle coperture dei tetti in amianto, come riportato dai siti ARPA presi in esame: <a href="http://ita.arpalombardia.it/ita/settori/amianto/index.asp" rel="nofollow" target="_blank">Lombardia</a>, <a href="http://www.arpa.piemonte.it/news/la-mappatura-dell2019amianto-antropico-in-piemonte" rel="nofollow" target="_blank">Piemonte</a> (<a href="http://webgis.arpa.piemonte.it/amianto_storymap_webapp/" rel="nofollow" target="_blank">qui</a> il geoportale webGIS con i risultati), <a href="http://www.arpa.emr.it/dettaglio_generale.asp?id=1339&idlivello=1136" rel="nofollow" target="_blank">Emilia Romagna</a>, <a href="http://www.arpa.vda.it/it/amianto" rel="nofollow" target="_blank">Valle d'Aosta</a>, <a href="http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/amianto/mappatura" rel="nofollow" target="_blank">Emilia Romagna</a>, <a href="http://www.arpa.umbria.it/pagine/mappatura-amianto-in-umbria" rel="nofollow" target="_blank">Umbria</a>.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-82926293988740345152015-08-28T21:49:00.001+02:002015-08-28T21:50:38.080+02:00Olanda e strade smart, fluorescenti<div style="text-align: justify;">
Molto bello il progetto sperimentato in Olanda, vicino ad Amsterdam. Su un tratto di strada ad Oss è stato realizzata una segnaletica orizzontale molto originale: la vernice utilizzata assorbe infatti la luce durante il giorno e la rilascia di notte, in modo da essere maggiormente visibile ai conducenti rispetto a quella tradizionale. La soluzione non potrà sostituire l'illuminazione stradale, ma la <b>vernice fluorescente</b> è un bel passo avanti per la sicurezza dei viaggiatori. </div>
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Aspetto senza dubbio secondario, ma anche dal punto di vista artistico il risultato non è sicuramente da sottovalutare.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-80270115741048601142015-08-27T23:50:00.000+02:002015-08-28T21:49:40.137+02:00Chemical Party - Marie Curie Actions<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/HDw4gk5pYl8/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/HDw4gk5pYl8?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<div style="text-align: justify;">
Quello che riporto qui sopra è uno spot della <b>Commissione Europea</b> un po' datato, del 2008, che attira l'attenzione sulla <b>ricerca</b>, in particolare nel campo della chimica. Ogni tanto salta fuori sui vari blog o social network ed ho pensato di riproporlo anche qui. Si chiama "Chemical Party" ed è stato realizzato per supportare le azioni <b>Marie Curie. </b>Si tratta di finanziamenti europei che danno opportunità molto interessanti a ricercatori sia junior che senior e qualsiasi campo della ricerca. Il nome di queste azioni è dedicato alla ricercatrice polacca Marie Skłodowska-Curie, vincitrice di due premi Nobel grazie alle sue ricerche sulla radioattività.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-46364444742952827772015-08-27T00:33:00.000+02:002015-08-28T21:49:58.541+02:00Droni e animali selvatici<div style="text-align: justify;">
Ultimamente vanno molto di moda i <b>droni</b>, detti anche <b>UAV</b> (Unmanned Aerial Vehicles), <b>APR</b> (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) o <b>SAPR</b> (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto).</div>
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In tempi recenti le applicazioni sono a dir poco infinite. Cercando in rete si trovano moltissime aziende che propongono ai clienti prodotti ottenuti da droni.</div>
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Alcune propongono il <b>monitoraggio dello stato delle coltivazioni</b>, effettuato attraverso appositi sensori multispettrali o iperspettrali montati a bordo del velivolo. L'utilizzo di specifiche lunghezze d'onda permette infatti di determinare il vigore vegetativo delle piante in tempo reale, fornendo all'agricoltore uno strumento utile per localizzare aree critiche del campo dove occorre fornire <b>irrigazione</b> e/o <b>concimazione</b> aggiuntive.</div>
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Altre aziende propongono la realizzazione di <b>filmati</b>: tra i prodotti più frequenti ci sono filmati di matrimoni, filmati di concerti ed eventi sportivi, filmati promozionali dell'attività economica del cliente (ad esempio filmati di interi stabilimenti da mettere sull'home page del proprio sito, per mostrare le caratteristiche degli impianti produttivi) e filmati di monumenti, chiese ed opere d'arte per scopi educativi e culturali. Le applicazioni non finiscono qui.</div>
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Anche il campo scientifico si avvale dei droni. <b>National Geographic</b>, famosa rivista di divulgazione scientifica, riporta in un suo <a href="http://news.nationalgeographic.com/2015/08/150825-drones-animals-wildlife-bears-science-technology/?utm_source=Facebook&utm_medium=Social&utm_content=link_fb20150825news-wildlifedrone&utm_campaign=Content&sf12475005=1" rel="nofollow" target="_blank">articolo</a> alcune interessanti osservazioni riguardanti l'uso dei droni per la realizzazione di documentari.</div>
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<a href="http://news.nationalgeographic.com/content/dam/news/2015/08/25/drones.ngsversion.1440434055226.adapt.1190.1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://news.nationalgeographic.com/content/dam/news/2015/08/25/drones.ngsversion.1440434055226.adapt.1190.1.jpg" height="208" width="320" /></a></div>
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Orso che avvista un drone (dall'<a href="http://news.nationalgeographic.com/2015/08/150825-drones-animals-wildlife-bears-science-technology/?utm_source=Facebook&utm_medium=Social&utm_content=link_fb20150825news-wildlifedrone&utm_campaign=Content&sf12475005=1" rel="nofollow" target="_blank">articolo</a> National Geographic)</div>
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Pare che negli orsi sia stato registrato un aumento dei battiti cardiaci in presenza di droni, e che siano stati rilevati impatti con i velivoli nel caso di alcune specie di uccelli.</div>
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Pare però che i droni portino soltanto un po' di disturbo agli animali ma senza provocargli eccessivo <i>stress</i>. La tecnologia è ancora agli inizi, in futuro si potranno realizzare droni più silenziosi e pertanto meno invasivi, che permetteranno di svolgere attività di monitoraggio e conservazione altrimenti difficilmente realizzabili. E' senza dubbio un tema caldo, che susciterà diverse opinioni e punti di vista.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-59716815538613150092010-03-22T18:30:00.003+01:002018-09-29T00:22:10.405+02:00Trasporti pubblici<div align="justify">
In Italia purtroppo l'idea di usare i mezzi pubblici non è ben vista dalla maggior parte delle persone: questo perchè all'idea del trasporto pubblico è legata un'idea di fondo negativa. Chi non ha sperimentato sulla propria pelle ritardi, cancellazioni, orari degli autobus indicativi e mai reali... per non parlare delle pessime condizioni igieniche dei mezzi e dei costi relativamente elevati rispetto alla qualità del servizio offerto.</div>
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Ho avuto la fortuna di vedere come funzionano le cose in Danimarca, a Copenhagen.</div>
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Qui gli autobus sono sempre in perfetto orario; se l'autobus deve passare alle 15:18, si può stare sicuri che passerà senza alcun ritardo. Nel caso sia in anticipo, aspetterà alla fermata il tempo necessario per riprendere il suo percorso.</div>
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E' vero, i biglietti sono molto cari, ma preferisco pagare di più e avere un servizio impeccabile. Perchè a Copenhagen le cose funzionano e in Italia no? Perchè qui si vuole che le cose vadano bene. La gente fa il biglietto, e nel caso non lo faccia sarà sicuramente multata dai numerosissimi controllori che giustamente controllano che le regole siano rispettate.</div>
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Per finire vorrei aggiungere un'ultima nota: usiamo la bicicletta! E' salutare, permette di andare ovunque, rispetta l'ambiente ed è economica! </div>
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Ovvio, qualcuno dovrebbe preoccuparsi di creare delle piste ciclabili nel nostro bel Paese...ci sarà una via d'uscita da queste continue colate di cemento per la costruzione di innumerevoli strade?Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-68039085574590548622010-03-03T09:10:00.003+01:002015-08-25T16:07:56.772+02:00Climate changeOggi vi segnalo un sito della Nasa dedicato ai cambiamenti climatici, lo potete trovare <a href="http://climate.nasa.gov/warmingworld/">QUI</a>. Sulla home page potrete trovare un video introduttivo che vi renderà curiosi di apporfondire quello che vi mostrerà andando a curiosare tra gli altri link del sito. Molto interessanti le immagini che mostrano i cambiamenti che un dato posto ha subito nel tempo, troverete quindi l'aspetto attuale di un mare o di un ghiacciaio e il loro aspetto 50, 100 anni fa.<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-77203721931805519222010-02-26T09:15:00.002+01:002010-02-26T09:22:54.852+01:00Irrigazione antigelo in Alto Adige<a href="http://www.altoadige-suedtirol.it/img/energia/gelata.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 119px; CURSOR: hand" border="0" alt="" src="http://www.altoadige-suedtirol.it/img/energia/gelata.jpg" /></a><br /><div>Perchè irrigare i meleti in inverno? Per evitare il gelo. Molti infatti credono che i meleti vengano irrigati per fare in modo che intorno ai germogli si formi uno strato isolante di ghiaccio, ma in realtà la motivazione è ben diversa.<br />L'acqua ha un contenuto di calore superiore al ghiaccio: questo significa che quando si trasforma in ghiaccio cede all'ambiente parte del suo calore. Il risultato è che continuando a spargere acqua, e conseguentemente continuandoa provocare rilascio di calore, la temperatura dell'intera Valle dell'Adige viene mitigata di addirittura 2-3° C.<br /><br />Fonte: <a href="http://www.altoadige-suedtirol.it/guide/energia/curiosita.php">Sito Alto Adige - Suedtirol</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-55668956584036106322010-02-24T23:22:00.003+01:002015-08-25T16:08:30.683+02:00Fiume Lambro: l'onda nera fa paura<div align="justify">
Nella mattinata di martedì 23 febbraio 2010, un grande sversamento dalla ex raffineria "Lombarda Petroli" di Villasanta ha compromesso pesantemente il fiume Lambro, affluente del Po. E' stato dichiarato lo stato di stato di emergenza dal presidente della regione Formigoni, nella speranza di riuscire ad ottenere dei fondi per contenere il danno ambientale. Intanto i dieci milioni di litri di gasolio sono arrivati nel Po, con conseguenze gravissime per flora e fauna.<br />
<br />
A nulla sono servite le opere di contenimento improvvisate dalla Protezione Civile; uno sversamento di queste dimensioni lascerà i segni sul territorio per i decenni a venire.<br />
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La qualità dell'ambiente della zona, già sottoposta a opere di recupero ambientale, stava lentamente migliorando rispetto ai decenni scorsi; questo disastro, purtroppo, ha reso vani tutti i progressi che erano stati fatti.<br />
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Le autorità non hanno dubbi, si tratterebbe di un atto criminale. </div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-34275678610032763182009-12-15T17:29:00.003+01:002018-09-29T00:18:44.855+02:00L'impronta ecologica<div>
L'impronta ecologica è uno strumento statistico, studiato per valutare l'impatto dei consumi sulla capacità di rinnovamento delle risorse.</div>
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Il concetto base è che ogni attività umana comporta consumi di risorse naturali quantificabili in termini di superficie (ettari, Ha); a seconda del tipo di consumo si farà riferimento ad un tipo di superficie piuttosto che ad un altro.</div>
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Confrontando l'impronta ecologica di un individuo (o di una regione, o di uno Stato) con la superficie disponibile pro-capite (cioè il rapporto tra superficie totale e popolazione mondiale) si può capire se il livello di consumi è sostenibile o meno. Per calcolarla si divide la risorsa consumata (in chili, Kg) con la capacità produttiva (Kg/Ha): il risultato è una superficie.</div>
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Può fornire interessanti indicazioni di massima con valore comparativo, ma il suo significato in termini assoluti è piuttosto irrealistico; come strumento gestionale il suo valore è limitato ed è stato sopravvalutato.</div>
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Tra i limiti più importanti:</div>
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- riduce tutti i valori a una misura di superficie</div>
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- stima in modo approssimativo il rendimento energetico</div>
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- non considera il consumo di risorse non rinnovabili</div>
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- non tiene conto in modo adeguato dello smaltimento di rifiuti poco degradabili</div>
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- l'inquinamento chimico non è considerato, ad eccezione delle emissioni di anidride carbonica</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-68775714391015406602009-11-26T21:09:00.004+01:002015-08-25T16:09:27.978+02:00The Green Watch, per mappare l'eco-cittàSi tratta di un progetto francese, che prevede l'uso di orologi particolari per monitorare lo stato dell'ambiente. Questi orologi, del tipo riportato in figura (The Green Watch), contengono due sensori per monitorare l'ambiente circostante: in particolare l'ozono e il rumore.<br />
<br />
L'idea è quella di aumentare il numero di campionamenti effettuati sul territorio di Parigi e fornire una migliore distribuzione spaziale dei campionamenti che già si effettuano.<br />
<br />
I dati raccolti, georeferenziati, vengono trasmessi al proprio cellulare che li condivide online. Da qui sono resi accessibili alle eleborazioni degli scienziati attraverso la piattaforma aperta "<em>Citypulse</em>".<br />
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<br />
Qualche informazione la si può trovare <a href="http://lamontreverte.org/en/">QUI</a>.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-7067005739814824252009-11-21T15:17:00.003+01:002018-09-29T00:17:52.466+02:00Centrale di Cassano d'Adda<div align="justify">
Nel comune di Cassano d'Adda (provincia di Milano) è presente una centrale dell'A2A che negli ultimi anni ha modificato il suo funzionamento tradizionale di centrale termoelettrica ed è diventata una <strong>centrale termoelettrica a ciclo combinato</strong>. <a href="http://www.a2a.eu/gruppo/cms/a2a/it/societa/impianti/termo/cassano/">QUI</a> è possibile reperire qualche informazione in più riguardo questo impianto, compreso un breve video che mostra il funzionamento e le strutture principali. </div>
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Da non dimenticare anche il fatto che l'attività della centrale ha reso possibile l'introduzione del <strong>sistema di teleriscaldamento</strong> nel comune stesso. Nel video si dice: </div>
<div align="justify">
"in una centrale termoelettrica a ciclo combinato la produzione di energia elettrica è generata da due alternatori. Il primo è direttamente collegato a una turbina a gas, il secondo è connesso a una turbina alimentata dal vapore prodotto con i gas di scarico provenienti dal processo di combustione della turbina a gas. Rispetto a una centrale termoelettrica convenzionale quindi, in un impianto a ciclo combinato si ha, a parità di energia elettrica prodotta, un <strong>notevole incremento del rendimento con una significativa diminuzione delle emissioni in atmosfera</strong>.</div>
<div align="justify">
La produzione si sviluppa in diverse fasi: tutto parte dalla sezione <em>Turbogas</em>. Qui il processo di combustione avviene in un sistema di bruciatori mediante la miscelazione dell’aria aspirata dall’esterno con il gas naturale. I gas caldi combusti si espandono poi attraverso gli stadi della turbina a gas che rappresenta il cuore dell’impianto. La loro energia termica e di spinta viene convertita in energia di rotazione e successivamente trasformata in energia elettrica da un alternatore. Nella caldaia avviene la produzione di vapore mediante l’acqua demineralizzata del ciclo chiuso termodinamico tramite i gas ancora caldi uscenti dalla turbina a gas. Tramite un condotto fumi e un camino i gas relativi al processo di combustione vengono emessi in atmosfera. Questa fase prevede l’utilizzo del vapore ad alta pressione proveniente dal generatore di vapore a recupero. Nelle tre sezioni della turbina l’energia cinetica del vapore viene assorbita dalle pale del rotore provocando la rotazione dell’albero per generare energia elettrica tramite l’alternatore. Nel condensatore il vapore viene raffreddato dall’acqua di raffreddamento. L’acqua di condensazione ottenuta viene rimessa in circolo per alimentare il generatore di vapore a recupero. L’energia elettrica prodotta passa attraverso un trasformatore che provvede a elevarne la tensione per il trasporto a distanza; attraverso gli elettrodotti ad alta tensione viene trasportata per la distribuzione nelle città. </div>
<div align="justify">
Tutto il ciclo produttivo è supervisionato e gestito da una sala controllo. Grande attenzione viene dedicata agli aspetti ambientali, alla quantità e alla qualità delle emissioni in atmosfera e alle condizioni delle acque. Il laboratorio analizza costantemente tutte le acque presenti nell’impianto. L’acqua utilizzata per il raffreddamento del vapore viene prelevata dal canale Muzza, vicino alla centrale. Al termine dell’utilizzo viene poi restituita nelle stesse condizioni salvo un leggero aumento della temperatura".</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-64016932906016059102009-11-16T23:25:00.003+01:002018-09-29T00:16:15.004+02:00Ecofont, il carattere ecologico<div align="justify">
La Spranq Creative Communications Agency ha creato qualche tempo fa un nuovo tipo di carattere, Ecofont.<br />
<br /></div>
<br />
La differenza rispetto agli altri caratteri è data dal fatto che le lettere di questo nuovo carattere sono bucherellate, permettendo così di risparmiare il 20% di inchiostro nella stampa dei documenti. L'aspetto del documento sarà un po' più grigio (dipendente anche dal tipo di monitor), ma sostanzialmente sul documento stampato i cerchi si notano meno, fino a dimensioni di 14 pt.<br />
<br />
La procedura (per win XP) è :<br />
-> Start<br />
-> Esegui<br />
-> Scrivete %windir%\fonts (per aprire la cartella contenente tutti i caratteri del vostro pc)<br />
-> Incollate il file in allegato (che sarebbe il carattere spranq_eco_sans_regular)<br />
-> Aprite word e provate<br />
<br />
Se volete qualche informazione in più andate sul <a href="http://www.ecofont.eu/">sito</a> di Ecofont.<br />
<br />
E' un'iniziativa interessante, pensate a quanto inchiostro si potrebbe risparmiare soprattutto negli uffici....<br />
<br />
Ed è soprattutto uno spunto di riflessione...anche se non userete questo carattere, sarebbe bene sapere che:<br />
- ridurre gli sprechi è già un buon inizio, anche impostando una qualità di stampa economica;<br />
- evitando stampe inutili si possono risparmiare sia inchiostro che carta;<br />
- ricordandosi che i fogli hanno due facciate (ebbene...sì!) li si può benissimo usare per fare copie di prova!<br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-37939961238229184212009-11-15T11:39:00.003+01:002018-09-29T00:15:17.342+02:00Come il vento fornisce energia<div align="justify">
Il vento è il fenomeno naturale alla base del processo di produzione dell’energia elettrica, è l’agente che provoca la rotazione delle pale e dà inizio al meccanismo che provoca la trasformazione dell’energia da cinetica ad elettrica. </div>
<br />
<div align="justify">
Il movimento delle masse d’aria è dovuto alla differenza di pressione esistente tra due punti. Si origina così una forza detta <strong>forza del gradiente di pressione</strong> che agisce per tentare di ristabilire l'equilibrio. Il flusso d'aria non va in maniera diretta da un punto all'altro, cioè con stessa direzione della forza di gradiente, ma subisce una deviazione dovuta alla forza di Coriolis che tende a spostarlo verso destra nell'emisfero settentriolale e verso sinistra nell'emisfero meridionale. Alle basse quote, indicativamente a meno di 600m, l’attrito con la superficie terrestre svolge un’azione significativa sui movimenti delle masse d’aria.<br />
<br />
La velocità del vento dipende dall’entità del gradiente barico, cioè dalla differenza di pressione esistente, e si misura con uno strumento chiamato <strong>anemometro</strong>. Essa ha, naturalmente, un ruolo determinante sia nella progettazione delle macchine, sia nella valutazione del potenziale eolico di un sito. Ai fini di uno sfruttamento economicamente vantaggioso dell’energia eolica è pertanto fondamentale lo studio delle variazioni della velocità del vento in un determinato sito, che deve essere condotto sulla base di osservazioni di lungo periodo.<br />
<br />
L’energia del vento, legata ai movimenti delle masse d’aria appena citati, è diffusa ovunque sulla Terra ma <strong>solo in alcune zone è sufficientemente intensa e regolare</strong> da presentare interesse ai fini di un utilizzo pratico: è fondamentale analizzare il <strong>rapporto costi-benefici</strong>.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-44936621170607454282009-11-14T11:54:00.004+01:002015-08-25T16:14:24.016+02:00Eolico e tecnologie offshore<div align="center">
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L’aumento delle emissioni di anidride carbonica e di altre sostanze inquinanti legato allo sfruttamento delle fonti energetiche convenzionali costituite da combustibili fossili, assieme alla loro limitata disponibilità, ha creato una crescente attenzione per lo sfruttamento delle fonti energetiche “rinnovabili”, per la produzione di energia elettrica.<br />
Accanto alla fonte idraulica, già ampiamente utilizzata in Italia, altre fonti rinnovabili si sono fatte strada negli anni più recenti.<br />
Fra queste, il vento ha dimostrato di essere in grado di fornire un’integrazione significativa alle fonti tradizionali, soprattutto a livello locale, garantendo il soddisfacimento dei requisiti di economicità e allo stesso tempo il rispetto delle esigenze di tutela dell’ambiente nel quale si inseriscono gli impianti.<br />
Non bisogna dimenticare che il problema fondamentale e di primario interesse rimane quello di ridimensionare i livelli di consumo di energia, ormai funzionali ad un sistema di vivere e di produrre in continua crescita. Nel contempo, tuttavia, non è neanche ammissibile che i paesi in via di sviluppo rinuncino a standard sociali che è giusto che siano perseguiti, ma che implicano, inevitabilmente, un aumento del consumo pro-capite di energia.<br />
L’alternativa a questa situazione non può che essere il ricorso a fonti di energia “pulita”, cioè rinnovabile (biomasse, eolico, solare, geotermico), allo scopo di limitare il più possibile l’aumento della quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera.<br />
Ovviamente, la scelta deve essere compiuta senza trascurare gli aspetti ambientali che l’adozione di tali tecnologie comporta. Sarebbe paradossale, infatti, se il ricorso a queste fonti determinasse, a livello anche locale, danni ambientali di altro genere.<br />
Gli impianti di produzione di energia eolica, in particolare quelli costituiti da più aerogeneratori collegati alle reti elettriche (le cosiddette wind farm) hanno avuto, da anni ormai, applicazioni consistenti in particolare nel Nord Europa, in Germania e in Spagna.<br />
Con l’evoluzione della tecnologia e con il crescere della dimensione delle turbine, si è avviato lo studio delle applicazioni in mare (offshore).<br />
Le ragioni principali che hanno spinto le ricerche nel settore offshore sono:<br />
<br />
- Scarsità, in alcuni Paesi, di siti adatti allo sfruttamento del vento a terra<br />
- Velocità del vento più alte<br />
- Venti più stabili in termini di frequenza temporale<br />
- Rugosità superficiale minore, e quindi turbine più economiche<br />
- Minore turbolenza: maggiore vita delle turbine<br />
- Minore impatto sul paesaggio, rispetto ad un’installazione a terra<br />
<br />
In Italia sono presenti numerosi fattori che condizionano negativamente lo sviluppo di tale settore (la scarsa ventosità media, la conformazione in gran parte montuosa del territorio, l’elevata densità abitativa e la diffusa presenza sul territorio di beni culturali e siti archeologici); tuttavia il settore sta subendo un periodo di crescita.</div>
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-8526081310381781562009-11-13T21:22:00.002+01:002009-11-13T21:41:56.172+01:00Torraca: il comune illuminato a LED<div align="justify">Torraca, in provincia di Salerno, è un borgo medievale di poco più di mille abitanti (nel 2007 ne contava 1400). Questo comune ha fatto una scelta molto importante: ha deciso di investire sul risparmio energetico e allo stesso tempo sull'energia pulita.<br />Mantenendo l'illuminazione pubblica a livelli uguali rispetto a quelli tenuti prima dell'installazione dei LED, il Comune risparmia ben il 65%: viene anche ridotto il rischio di folgorazione, dato che l'impianto funziona a 48 volt. </div><div align="justify"><br /></div><p align="center"><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/k2ae84UXgEc&hl=it_IT&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/k2ae84UXgEc&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object></p><div align="justify"><br />Sul territorio sono presenti anche 4 impianti fotovoltaici che permettono l'indipendenza energetica di una piscina coperta.<br />L'investimento iniziale non sarà stato indifferente, ma se si pensa che il comune riesce a mettere da parte fino a 40 mila euro all'anno, considerando anche le sue ridotte dimensioni, non è niente male. </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-2472791609910526622009-11-11T21:51:00.010+01:002015-08-25T16:14:45.852+02:00Ecolamp: riciclo di lampade a basso consumo<blockquote>
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Ultimamente ho notato che in stazione i cartelloni pubblicitari hanno assunto un connotato ecologico; meno male, una volta tanto evitiamo di vedere pubblicizzati occhiali, voli, etc...<br />
La pubblicità in questione è quella di <strong>Ecolamp</strong>: il consorzio per il recupero e lo smaltimento di apparecchiature di illuminazione. </div>
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In poche parole, quello che viene fatto è predisporre dei punti di raccolta come quelli in figura, organizzare il trasporto presso punti stoccaggio temporaneo più grandi e successivamente verso i punti di trattamento veri e propri, dove viene recuperato fino al 99% dei materiali utilizzati. E' importante un'attività di questo tipo: è vero che le lampade a basso consumo consentono di risparmiare qualcosa sulla bolletta della luce, ma se smaltite nel vetro o nella frazione secca possono provocare effetti negativi per l'ambiente in quanto contengono sostanze tossiche come il mercurio (Hg).<br />
Vi consiglio di visitare il <a href="http://www.ecolamp.it/">sito</a> di questo consorzio per avere un'idea della sua attività: per quanto riguarda i prodotti interessati dal riciclo si legge: <span style="font-size: 85%;"></span></div>
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<span style="font-size: 100%;"><em>Il Decreto Legislativo in materia di RAEE riguarda tutti i rifiuti generati dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche rientranti nelle categorie individuate nell'allegato 1 A del Decreto stesso.<br /><br />Per quanto riguarda il settore illuminotecnico, la Normativa si applica esclusivamente alle apparecchiature di illuminazione, termine con cui la Legge indica gli apparecchi di illuminazione e le sorgenti luminose, con esclusione delle lampade ad incandescenza e ad alogeni. Le sorgenti luminose oggetto della normativa riguardano le seguenti tipologie di prodotti:<br />- i tubi fluorescenti lineari e non;<br />- le lampade fluorescenti compatte non integrate;<br />- le lampade fluorescenti compatte integrate a risparmio di energia;<br />- le lampade a scarica ad alta intensità, ad alta e a bassa pressione. </em></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6725331478799600703.post-11748078228202257532009-11-06T09:44:00.005+01:002015-08-25T16:15:04.255+02:00I filtri anti particolato (FAP)<div align="justify">
Il filtro anti particolato è un sistema introdotto a partire dal 2000 per diminuire l'inquinamento provocato dai motori diesel, in particolare la componente del PM10. Il brevetto appartiene al gruppo PSA (Citroen e Peugeot). Questo tipo di motori emette molto più particolato rispetto ai motori a benzina, soprattutto sei si tratta di motori vecchi (soprattutto euro1). Certo, va detto anche che i motori a benzina emettono valori infinitamente più alti per quanto riguarda altre sostanze tossiche (fenoli), ma non è questo l'argomento di questo post.</div>
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Le emissioni vengono filtrate con filtri appositi, che internamente sono pieni di canali microscopici dove avviene l'intrappolamento del PM10: periodicamente questo viene bruciato in modo automatico quando l'auto raggiunge una certa velocità per un certo numero di chilometri. Per permettere la combustione al diesel deve essere aggiunto l'<em>ossido di cerio</em> (detto anche <em>cerina</em>) che permette di fare avvenire la combustione del particolato a temperature più basse. La cerina è stoccata in un serbatoio a parte, che periodicamente va rifornito - ogni 80.000 km circa. </div>
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Quando la centralina rileva che il filtro è intasato, si accende una spia e il conducente deve tenere una certa velocità per un certo periodo di tempo, in modo da permettere il raggiungimento di una temperatura adeguata (450°C) e il completamento del ciclo di rigenerazione. </div>
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Esistono filtri che funzionano senza cerina, in acciaio inox, ma per funzionare necessitano di temperature maggiori (800°C).</div>
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Le velocità da raggiungere sono tra i 60 e i 90 km orari: nel caso in cui non si riesca a mantenere una velocità costante il processo va ripetuto.</div>
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